Car* lettrici e lettori, viaggiatrici e viaggiatori, vi presentiamo Simone! Un nostro nuovo volontario che a partire da Marzo ha deciso di intraprendere un percorso con il Corpo Europeo di Solidarietà a Redon, in Francia. Ma senza prolungarci troppo, passiamo la parola a Simone per raccontarci la sua esperienza!

“Ciao! Prime righe di testimonianza che mi trovo a scrivere da quando sono arrivato qui 🙂

Chi sono? Mi chiamo Simone Pepe (si, come il calciatore), sono nato a Napoli ma dai 17 anni in poi ho continuato a studiare, lavorare, amare e fare tanto altro a Brescia.

Dov’è qui? A partire dal 21 marzo 2023 la mia nuova casa sarà a Redon, un paesino situato tra Nantes e Rennes, nel pizzico in alto a sinistra della Francia.

Che faccio? L’obiettivo principale della mia missione è quello di offrire supporto a “La Redonnerie”, un’associazione locale che si occupa di recupero, riparazione e rimessa in circolo di oggetti, mobili, vestiti e oggetti di altra natura, nell’ottica di incentivare al più possibile un modello di vita fondato sull’economia circolare, riducendo al minimo possibile il numero di rifiuti prodotti.

Ora che qualche info generale l’ho fornita, posso andare un po’ più sul personale, raccontando qualche aneddoto e come – effettivamente – sia stato per me questo primo mese. 

Partiamo dal principio:
Partenza in macchina alle 4.00 del mattino di martedì 21 marzo per arrivare a Milano (perché non ci sono treni che colleghino le due città prima delle 6, grazie trenitalia, trenord e compagnia <3) a prendere il primo di tre treni che mi condurranno verso la mia destinazione finale.

1. Milano (6.25) – Parigi (13.22) – tutto liscio

2. Parigi (14.45) – Nantes (16.52) – perso nel passare da una stazione dei treni all’altra ma tutto liscio, secondo coincidenza presa

3. Nantes (17.14) – Redon (18.14) – arrivo in stazione e il numero di quest’ultimo treno che devo prendere non appare sul tabellone.
Eccallà, proprio quando non ho neanche troppo tempo libero tra una coincidenza e l’altra.
E niente, gira per la stazione, cerca alle macchinette, ricontrolla il monitor dei treni spasmodicamente… niente.
Alla fine mi accingo a chiedere ad un passante fermo all’ingresso se potesse aiutarmi in qualche modo… e scopriamo insieme che il mio treno esisteva, ma semplicemente era stato soppresso. Perché in Francia in questo periodo si sta manifestando e scioperando contro le scelte del governo.
Il mio soccorritore mi saluta così: “bienvenue en France”.

Opzione 2.0
4. Nantes (18.14) – Redon (19.11) – incredibile ma vero, con un totale di 15h di viaggio, arrivo a destinazione.

Salvo questo simpatico inizio (spoiler, mi succederà ancora), cerco di parlare del resto del mese in maniera un po’ sintetica, altrimenti rischio di scrivere un libro haha

Contrariamente a quanto mi aspettassi, questo primo mese è stato meno faticoso di quanto mi fossi prefigurato. Per carità, faticoso eh, il numero di input (linguistici, tecnici, culturali, relazionali) che mi arrivano nell’arco di tutta la giornata mi faceva finire le giornate a letto alle 10 di sera con il mal di testa.
Ma ci sta, fa parte dell’esperienza e sono tutti “stimoli” interessanti, per cui ne faccio tesoro, mi sorseggio una tisana e si ricomincia il giorno dopo.
Le persone che sto conoscendo e che ho conosciuto in questo primo mese, per fortuna, sono tutte simpatiche ed accoglienti, e c’è un senso di solidarietà collettiva che aleggia nell’aria che è quantomeno particolare, ma mi affascina.

Parlando di qualche lato negativo, volente o nolente sono stato abbastanza scollegato dal resto del mondo in questo primo mese, perché dove abito non c’è una connessione internet a cui collegarsi e i Giga dell’offerta estera del mio operatore sono finiti dopo i primi sette giorni.. fortuna che al 1 aprile mi si è ricaricata!
Imparando dagli errori dei primi giorni aprile è stato un mese di risparmio al consumo internet, ma ora che scrivo queste righe – 18 aprile – la mia disponibilità di Giga è già pressoché esaurita. Mi sa che gli ultimi giorni di aprile me li vivrò comunque in eremitismo digitale. 

Il tempo, comunque, mi sembra volato. È già passato il primo mese di questa mia esperienza, wow.
Sono ancora alla ricerca di un qualcosa che possa definire routine, in modo da non vivere alla giornata ogni nuovo giorno che arriva, confido che nel prossimo appuntamento potrò raccontarvi di esserci riuscito, incrociamo le dita.

PS ora che questo primo mese è finito, anche i mal di testa serali non ci sono più :)”

Simone 

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