All’inizio della settimana in cui si terranno le votazioni per il rinnovo del Parlamento europeo, mentre in Senato si cerca di portare all’approvazione la legge che regola l’insegnamento dell’educazione civica nella scuola, già varata all’unanimità dalla Camera, due recenti “incidenti critici” hanno provocato riflessioni e polemiche “costituzionalmente sensibili”. Da un lato si è avuta la sospensione dal servizio, da parte dell’USP di Palermo, della prof. Rosa Maria Dell’Aria, per non avere vigilato sulla produzione di un video dei suoi studenti quattordicenni, che avrebbero accostato le leggi razziali del 1938 al Decreto sicurezza del Ministro dell’Interno in carica; dall’altro lato lo stesso ministro Salvini, nel corso di un comizio elettorale tenuto in Piazza Duomo a Milano, ha baciato il Rosario, ha invocato i Santi patroni d’Europa e ha affidato l’Italia al Cuore immacolato di Maria, per la vittoria del suo partito.
In merito al primo punto, si sono confrontate due posizioni: quella di coloro che hanno letto il frutto della ricerca degli studenti palermitani come un’entrata a gamba tesa nella polemica politica, allo scopo di insultare una legittima autorità della Repubblica; e quella di coloro che hanno semplicemente ricordato che la libertà di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art. 21 Cost), la libertà d’insegnamento (art.33), di apprendimento, di “espressione di opinioni correttamente manifestate e non lesive dell’altrui personalità”, sono confermate e precisate nei primi due articoli del TU 16.4.1994 e nell’art. 4 dello Statuto delle studentesse e degli studenti (DPR 21 11 2007, n.235). Sicché, su questa base, il provvedimento di sospensione della professoressa appare non solo sproporzionato, ma giuridicamente infondato, ed è probabile che sia ritirato dal Ministro. Peccato che uno studente abbia scritto in rete che un suo docente ha consigliato i maturandi di non scegliere temi controversi e di manifestare il meno possibile il proprio punto di vista, per non venire giudicati da un insegnante che la pensi diversamente. Sarebbe, questo, un pessimo esempio di censura della verità e della libertà di argomentare le proprie ragioni, chiudendosi nell’indifferenza e nel conformismo.
Quanto al secondo punto, il Ministro Salvini difende la legittimità della manifestazione della sua fede elettorale, evocando la necessità di difendere l’Europa cristiana dalla minaccia che viene dal mondo musulmano. Peccato che non sia d’accordo col Papa Francesco, che ricorda tutto il Vangelo e che pensa al superamento di storiche contrapposizioni basate sullo ius belli e sulla difesa dell’identità e della sicurezza. Anche in questo caso, episodi di vita quotidiana chiamano in causa almeno duemila anni di storia della preziosa distinzione su ciò che si deve a Cesare e ciò che si deve a Dio, fino alla persecuzione dei Cristiani da parte dei Pagani e al capovolgimento delle posizioni con l’inizio dell’era di Costantino, Segue l’era delle Crociate e delle guerre di religione. Speravamo che fosse finita la stagione di Westfalia ( cuius regio eius et religio) e quella di Enrico IV di Francia, cui si deve la celebre frase “Parigi val bene una messa”. Tutte le chiese cristiane, a partire dalla cattolica, invocano ora la rinascita dell’anima cristiana dell’Europa, ma non tutti per fortuna pensano di nuovo all’alleanza fra il trono e l’altare.
Luciano Corradini