Dall’ 21 al 28 gennaio 2018 si è svolto, presso Duzce in Turchia, lo scambio giovanile “Intercultural boiler” organizzato da  Bridgehead Masters  e finanziato dal programma Erasmus+. Hanno avuto l’opportunità di partecipare una trentina di ragazzi e ragazze  dai 18-30 anni provenienti da Italia, Spagna, Lituania, Turchia e Bulgaria. L’obiettivo dello scambio era l’incontro tra diverse culture attraverso workshop di cucina, video-montaggio, laboratori di educazione non-formale e molte attività all’insegna dell’accoglienza. Come è andata? C’è lo racconta la nostra Paola, una giovane brillante ragazza,che abbiamo seguito e conosciuto tramite il progetto Valle dei Segni:

 

Nel passato gli abitanti del villaggio che ci ha ospitati si riunivano attorno alla caldaia cucinando e raccontandosi la giornata come in una grande famiglia. Così anche noi, ragazzi provenienti da Italia, Spagna, Lituania, Bulgaria e infine Turchia,siamo stati affettuosamente invitati a raccoglierci attorno a questo calderone e a dare un tocco di novità e multiculturalità a questo antico rituale. Dopo un lungo viaggio iniziato alle 7 di domenica 21 gennaio, siamo, in serata, finalmente giunti nella città di Düzce. Dopo una cena tipica in un ristorante del centro abbiamo avuto del tempo per rigenerarci nel tradizionale hammam (piscina, sauna e bagno turco) messo a disposizione dall’hotel, sfruttando questo momento per conoscere i nostri nuovi compagni di avventura. Già dal primo giorno abbiamo capito che ogni momento libero sarebbe stato all’insegna dell’incontro: chiacchiere e giochi occupavano i nostri break e animavano le nostre serate.

L’indomani mattina due autobus ci attendevano per trasferirci nella sede del progetto: le attività non si svolgevano nella città, bensì in un villaggio poco distante, in una struttura solitamente adibita a corsi di lingua, di pittura e soprattutto di cucina; proprio dietro ai fornelli è nata l’idea di un progetto interculturale. I primi giorni sono stati caratterizzati da attività e giochi di conoscenza e team building, e solo successivamente ci siamo divisi in sottogruppi, in base alle capacità e attitudini personali, per dare il via ai vari workshop: cucina, reporter, visite, film maker. Dopo aver organizzato il piano settimanale, tutti insieme siamo andati a fare la spesa, sfoderando il nostro spirito di adattamento di fronte alla mancanza di alcuni ingredienti: per noi italiani è stata dura immaginare di cucinare piatti tipici senza il mascarpone, il basilico, i savoiardi o la mozzarella, ma in fin dei conti tutto è andato per il meglio! Poco dopo siamo tornati al villaggio per la prima delle serate interculturali: la serata turca, animata da canti e balli tipici, e da una calorosa accoglienza che subito ci ha fatti sentire a casa. Nelle giornate successive abbiamo potuto gustare ad ogni pasto un antipasto, una bibita, un piatto principale, un dolce e un’insalata tipica di ogni paese partecipante. Il gruppo italiano ha presentato polenta, salame e grana come antipasto, lo spritz come bibita, il risotto e la pasta come piatto principale, il tiramisù come dolce e la caprese come insalata. Le nostra serata culturale si è svolta insieme a quella Bulgara, mentre quella lituana insieme a quella spagnola; sapori, profumi, fotografie, video, leggende, canzoni e passi di danza ci hanno fatto viaggiare con la mente, accompagnati da chi questi luoghi li abita durante tutto l’anno. Durante le serate anche la popolazione locale era invitata a partecipare e il loro calore si è sempre fatto sentire. Abbiamo avuto l’occasione di visitare sia il villaggio che la città, e infine, l’ultimo giorno, abbiamo provato l’emozione di vedere e toccare il mar nero, che dista pochi chilometri da Düzce. È stata una settimana intensa, in cui ci siamo immersi completamente in diverse culture assaporandone vari aspetti; è difficile descrivere a parole quanto provato: ogni momento è stato carico di emozioni, sia gioiose, durante i momenti di festa, sia tristi, durante i saluti. Personalmente è stato emozionante tornare anche solo per poco in Italia, vedere il lago d’Iseo dall’aereo mi ha scosso un po’ il cuore è fatto scendere una lacrima.

Ho trovato un team italiano sensazionale, compagni d’avventura fantastici su cui potrò sempre contare, parlare italiano nuovamente così tanto mi ha fatto sentire a casa anche perché mi sono trovata come in una famiglia sia nel team italiano che nel progetto in generale. Ogni volta che si fa ritorno da esperienze del genere ci si sente più ricchi e meno soli, sapendo di poter sempre trovare una casa aperta e qualcuno che ci aspetta da qualche parte del mondo. Cosa poter chiedere di meglio? Perciò consiglio vivamente gli scambi giovanili a tutti quei ragazzi e quelle ragazze con tanta voglia di conoscere, scoprire, vivere!

Ringraziamo di cuore tutti coloro che si sono impegnati ad organizzare il progetto, Youmore per averci dato la possibilità di parteciparvi e in generale coloro i quali continuano a promuovere iniziative di questo genere, che mettono in contatto persone e vite contribuendo a costruire un domani migliore.

 

 

Paola

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