Car* lettrici e lettori, viaggiatrici e viaggiatori, vi presentiamo Anna! Una nostra nuova volontaria che a partire da giugno ha deciso di intraprendere un percorso con il Corpo Europeo di Solidarietà a Reykjavik, in Islanda. Leggiamo il racconto di Anna sul suo primo meraviglioso mese nelle terre islandesi!

Ciao a tuttɜ! Mi presento brevemente: mi chiamo Anna, ho 24 anni e sono cresciuta a Chiari, una piccola cittadina nella provincia di Brescia. Quest’estate ho deciso di partire per tre mesi di volontariato con il Corpo Europeo di Solidarietà, e ho scelto Samtökin’78 (l’Associazione ’78) a Reykjavik, in Islanda, come organizzazione ospitante.  

Samtökin’78 è l’organizzazione nazionale per le persone queer in Islanda (per chi non conoscesse il termine queer, è un termine ombrello per riferirsi alla comunità LGBTQI+). L’obiettivo dell’associazione è di assicurarsi che le persone lesbiche, gay, bisessuali, asessuali, pansessuali, intersessuali, trans e tutte le altre persone queer siano riconosciutə, visibili e godano di pieni diritti nella società islandese, a prescindere dal loro paese di origine. Per poter raggiungere questo obiettivo, l’associazione lavora ogni giorno per educare e coinvolgere le persone e per aiutare e supportare lə membrə della comunità queer. Cosa significa nel concreto? L’associazione offre diversi servizi, tra cui i principali sono: corsi di formazione (al momento ci sono due educatrici che vanno nelle scuole, negli uffici e nelle aziende per educare le persone sulle tematiche queer), gruppi di supporto (al momento il più attivo è quello per le persone trans), consulenze e supporto legale con avvocatə, assistentə sociali e sedute con psicoterapeutə e psicologə (completamente gratuiti) sia per persone queer (tra cui anche lə richiedenti asilo che chiedono un supporto in più rispetto a quello che dà loro la Croce Rossa, nel caso in cui nei loro paesi verrebbero perseguitatə, arrestatə o peggio per il loro orientamento sessuale, identità di genere, caratteristiche sessuali o espressione di genere) che per i loro familiari. 

Dopo avervi dato un’idea di cosa sia Samtökin’78 in generale, voglio raccontarvi che cosa sia per me, sia per quanto riguarda cosa faccio nello specifico come volontaria sia cosa significhi per me farne parte.

Partiamo dal primo punto: in quanto volontaria, la mia mansione principale è quella di receptionist, vale a dire accogliere lə clientə che vengono per le sedute e le consulenze, metterlə a proprio agio, offrire bevande e mostrare loro dove devono andare per la seduta. Inoltre, se qualche nuova persona è interessata a prenotare una seduta o consulenza, mi occupo anche di far compilare il modulo e fare la prenotazione sul nostro sito. Questo è il mio ruolo principale, che ricopro nell’arco di tutta la giornata ma che varia a seconda di quantə clientə si presentano. Nei momenti morti, o quando l’ufficio è chiuso, mi occupo di molti altri progetti, per citarne alcuni: ho tradotto la pagina del sito in italiano (se volete dare un’occhiata questo è il link https://samtokin78.is/italiano/), ho organizzato e fatto l’inventario della merce che a breve inizieremo a vendere online, ho fatto una presentazione di 20 minuti circa per lo staff sui diritti e in generale sul clima in cui vivono le persone queer in Italia, ho raccolto i dati dei questionari che vengono somministrati dopo i corsi di formazione, ho realizzato dei volantini per alcuni eventi che faremo, plastificato i libri dell’associazione, sistemato scontrini e fatture del 2022 etc. Insomma, tutte mansioni molto diverse tra loro, alcune un po’ più noiose ma necessarie e altre molto stimolanti e divertenti. 

Arriviamo ora al secondo punto: cosa significa per me fare parte di Samtökin’78? Presso Samtökin’78 ho trovato una famiglia, che mi ha accolta calorosamente e mi ha fatta sentire parte di una comunità fin dal primo giorno: lə miə collegə mi hanno incluso nelle loro uscite, mi hanno invitata a partecipare a feste, eventi etc, ma principalmente mi hanno fatta sentire circondata da tanto amore e mi hanno fatta sentire al sicuro. In quanto parte della comunità queer, non sempre in Italia ho trovato ambienti in cui venivo accettata senza che qualcuno mettesse in discussione il mio orientamento sessuale o facesse commenti inopportuni che mi facessero sentire a disagio e a volte anche in pericolo, quindi per me trovare un contesto in cui non solo la gente mi accetta per come sono, ma mi fa sentire meritevole di pari dignità e rispetto, mi fa sentire vista e rappresentata, e lotta per i diritti della comunità di cui faccio parte è una sensazione meravigliosa, che mi dà tanta speranza, forza e mi fa stare molto bene. 

L’esperienza con ESC però, è anche altro: vivo in un appartamento con altri 7 volontariə, di cui due ragazze tedesche, una spagnola, una cipriota, una olandese, un’altra italiana e un ragazzo portoghese. Vivere in un ambiente così internazionale è estremamente stimolante, inoltre, vivere con 7 persone diverse significa avere sempre qualcunə con cui fare una bella chiacchierata, durante i pasti o a notte fonda (grazie al sole di mezzanotte non c’è una netta divisione tra ore notturne e diurne!). Con i miei coinquilini, oltre che aver passato serate divertenti e aver condiviso esperienze, storie e racconti sulle nostre vite e sui nostri paesi (e anche aver condiviso ricette nelle cene internazionali che organizziamo una volta al mese), ho anche fatto qualche viaggio. Qualche settimana fa siamo andati al nord (nella zona vicino ad Akureyri), e abbiamo visitato posti incantevoli: cascate, grotte con piscine termali, canyon e città di pescatori. E quando il vulcano Litli-Hrútur è eruttato settimana scorsa, abbiamo assistito ad un’eruzione vulcanica dal vivo ed è un’esperienza surreale. L’Islanda è un paradiso geologico e naturale e per un’amante della natura come me è rigenerante spendere del tempo da sola passeggiando in montagna o lungo un fiume. Il nostro appartamento è a due minuti da un bellissimo parco e succede spesso che dopo il lavoro io e le mie coinquiline ci andiamo per leggere, chiacchierare, giocare a Uno o pianificare i nostri viaggi.

Vi ho dato un’idea di che cosa abbia vissuto nel mese e mezzo appena trascorso in Islanda, ma è difficile riassumere il tutto in poche parole: è stato un turbinio di emozioni, esperienze stimolanti, nuove conoscenze, nuove sfide, tanto divertimento e nuove amicizie. Poter partecipare a questi tre mesi di volontariato significa molto per me: è crescita, è divertimento, è condivisone, è conoscenza di me stessa e degli altri, ed è vita. Per me è davvero vitale fare cose diverse ogni giorno, conoscere cose e persone nuove, mettermi alla prova uscendo dalla mia comfort zone e viaggiare ed ESC mi sta dando la possibilità di farlo ogni giorno.“

Anna

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