“Erasmus” è l’acronimo di EuRopean Community Action Scheme for the Mobility University Studies.
Il nome dell’umanista olandese è stato scelto dalla Comunità Europea, per dare dignità ad un Progetto di mobilità studentesca, di mutuo riconoscimento fra diversi ordinamenti giuridici, titoli accademici e studenti, e nel contempo per ricordare la figura del grande umanista, che ha lasciato agli europei un grande patrimonio culturale e morale.
Nato a Rotterdam nel 1466, laureatosi a Torino e morto a Basilea nel 1535, Erasmo nella sua vita viaggiò per tutta l’Europa. Tenne corrispondenza, pur con i servizi postali e con i metodi di scrittura di allora, con più di cinquecento personalità del mondo letterario e politico. Con la sua opere di filologo, filosofo, politologo, concepì alcuni ponti fra valori umani e fede cristiana, che forniscono ancora oggi indicazioni preziose per la difficile costruzione della civiltà europea e della pace. Figura centrale della sua epoca, lacerata da divisioni politiche e religiose, s’impegnò ad analizzare ciò che ci unisce e ciò che ci divide, senza schierarsi polemicamente con questa o quella potenza, o, in ambito di fede e teologia cristiana, con i protestanti o con i controriformisti, per aiutare tutti a cogliere l’essenziale delle questioni.
Il programma Erasmus, lanciato nel 1987, è progressivamente cresciuto, sul piano finanziario e su quello della mobilità studentesca. Negli oltre trent’anni passati ha coinvolto circa 3.000 università europee, per consentire inizialmente a una minoranza, e poi a numeri sempre più grandi di studenti (finora circa 4 milioni, con uno stanziamento che dal 2014 al 2020 è di 15 miliardi di euro), di fare un’esperienza umana, culturale, scientifica, linguistica di 6 mesi o un anno, in uno stato diverso dal proprio, nella prospettiva dell’Europa dei cittadini e della pace.
Ora il Programma si è esteso dall’università a tutti i gradi di istruzione e di formazione, scuola compresa.
Con Erasmus+ e con Erasmus Mundus, l’acronimo risulta ora inadeguato ad indicare questa crescita d’impegno e di partecipazione educativa, culturale e formativa, aperta anche a esperienze di volontariato, non solo in ambito europeo. Il riferimento a Erasmus rischia però di risultare inadeguato anche per un’alta ragione: per il venir meno, non ancora definitivo, ma ventilato da un voto del Paramento di Londra, che l’8 gennaio negava la partecipazione integrale del Regno Unito al Programma Erasmus+ anche dopo la Brexit.
Il Parlamento di Londra l’8 gennaio ha votato contro l’emendamento che prevedeva che il Regno Unito continuasse a partecipare integralmente al programma Erasmus + anche dopo la Brexit.
La questione potrebbe essere riproposta in sede di contrattazione definitiva sulle condizioni complessive del pacchetto Brexit e cioè che il RU potrebbe in qualche modo rientrare.
Per ora si tratta di un frutto avvelenato del sovranismo inglese, che non fa onore a Erasmo e alla sua cultura del dialogo e della pace di Erasmo, che scrisse il famoso libro intitolato, fra ironia e saggezza, Elogio della follia
In ogni caso questo voto parlamentare rappresenta un segnale allarmante, in controtendenza con la linea di crescita manifestatasi finora. E’ questo il possibile frutto avvelenato dei sovranismi e dell’antieuropeismo. Fra i discorsi elettorali della Lega compare ogni tanto la denuncia di un complotto internazionale, che vorrebbe sostituire gli italiani con gente arrivata da fuori. Ricerche archeologiche e genetiche mostrano che gli italiani di qualche secolo prima di Cristo provenivano in realtà da tutti i paesi del Mediterraneo, da Est, dal Sud e dal Nord. La mescolanza e l’integrazione di etnie e di culture è la regola. Il poeta latino Ennio diceva di avere “tre cuori”, perché sapeva parlare in greco, in latino e in osco. Perdere l’anima e la cultura di Erasmo è peggio che dimenticare l’acrostico del Progetto europeo.
Amico fraterno di Tommaso Moro, Erasmo, rientrando dall’Italia in Inghilterra, concepì e poi scrisse e dedicò a lui il suo famoso, ironico e colto libro Elogio della follia.
Di fronte a questa eventualità Erasmo sorriderebbe amaramente della follia che caratterizza parte della cultura dell’Europa di oggi, le lo ha scelto come simbolo e come guida culturale per la nuova gioventù europea.
Luciano Corradini