Il Natale, convenzionalmente il 25 dicembre, è il compleanno di Gesù di Nazaret. Nei paesi di tradizione cristiana è da un mese che si è cominciato, con luminarie, alberi  e musichette, a festeggiare questo bimbo palestinese, nato più di 2000 anni fa, con una martellante campagna. per gli acquisti.
Chi crede che sia figlio di Dio, non pensa solo a festeggiare il Sovrano Bambino prenotando un viaggio o facendo regali ai propri cari, ma anche a dare un pane e possibilmente un tetto a chi non ne ha, dato che, per suo Figlio, Dio Padre non ha costruito un grattacielo a Dubai, o una villa ad Arcore, ma ha lasciato che vagassero di notte una madre incinta con un marito padre legale, giunto a Betlemme per ragioni burocratiche, senza un’agenzia che gli avesse prenotato almeno una stanza, per il “il lieto evento”.
Se passiamo dalla liturgia cristiana alla storia politica e sociale, ricordiamo a fatica un altro evento, assai importante per la nostra vita di italiani. Da settant’anni il suo compleanno cade il 22 dicembre. E’ la nascita della nostra Costituzione, votata il 22 dicembre 1947 dall’Assemblea Costituente. Il suo battesimo, ossia la sua ratifica ufficiale, avvenne cinque giorni dopo, il 27 dicembre, a Palazzo Giustiniani, per opera di Terracini, De Gasperi, De Nicola, capo provvisorio dello Stato. I festeggiamenti per la nuova nata non furono chiassosi, ma prolungati di un anno, perché tutti potessero conoscere e apprezzare la festeggiata.
Così dice la XVIII Disposizione transitoria e finale: «Il testo della Costituzione è depositato nella sala comunale di ciascun Comune della Repubblica, per rimanervi esposto, durante tutto l’anno 1948, affinché ogni cittadino possa prenderne cognizione».
Che cosa c’era di tanto importante in questo testo, che segna l’atto di nascita della nostra Repubblica?
Era stato lo stesso Meuccio Ruini, presidente della “Commissione dei 75”, a dire che il termine “compromesso” costituzionale, frutto del libero convergere di posizioni diverse, si rifaceva alla sua più nobile etimologia del “promettere insieme”. Non aveva dunque “sacralizzato” la Costituzione, riconoscendo che essa «non è perfetta ed è segnata dal periodo storico in cui è stata approvata». «Da ciò discende, aggiunse, che la Costituzione non è intangibile e immodificabile, ma che occorre porvi mano col medesimo studio e con lo spirito che animò i padri fondatori della Repubblica».
Ma come si era arrivati a quel compromesso, che oggi ci appare quasi miracoloso? Stupefacente è il modo con cui il laico Benedetto Croce concluse il suo intervento in Assemblea: « Ciascuno di noi si ritiri nella sua profonda coscienza e procuri di non prepararsi, col suo voto poco meditato, un pungente e vergognoso rimorso. Io vorrei chiudere questo mio discorso, con licenza degli amici democristiani dei quali non intendo usurpare le parti, raccogliendo tutti quanti qui siamo a intonare le parole dell’inno sublime:Veni, creator spiritus, Mentes tuorum visita; Accende lumen sensibus; Infunde amorem cordibus. Soprattutto a questi: ai cuori”.
Anche Gesù Bambino era stato concepito, dice il nostro Credo, “per opera dello Spirito Santo“.

Luciano Corradini

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