Della galassia del volontariato fanno parte anche eroi che rischiano e talora perdono la vita, come si apprende da diverse fonti internazionali. Cito da : «Testimonianza ecumenica per l’uguaglianza e per una pace giusta in Palestina/Israele», un documento firmato da autorevoli testimoni e vescovi emeriti, col titolo «Una voce da Gerusalemme per la giustizia», diffuso il 3 aprile scorso da un post della rivista Il Regno.
Comincia citando il salmo 130: “Dal profondo a te grido, o Signore. Viviamo in un tempo di profonda crisi. Vi scriviamo oggi perché crediamo che è in tempi come questi che la nostra fede è destinata a risplendere. Mentre il conflitto a Gaza continua, Israele ha lanciato una guerra in Cisgiordania, nascosta agli occhi del mondo. L’esercito israeliano sta portando avanti il più grande sfollamento di palestinesi dalle proprie case in Cisgiordania dal 1967. Secondo le Nazioni Unite, oltre 40.000 palestinesi hanno già perso la loro casa, e oggi vivono senza un tetto, senza servizi essenziali e cure mediche”.
Ricordano poi la parabola, raccontata da Gesù in quei luoghi, che parla di un uomo ferito, vicino al quale passano diversi personaggi senza fermarsi. Solo uno straniero, un samaritano agì per salvare la vita dell’uomo ferito.
Ricordando questa parabola, vogliono rivolgersi ai loro fratelli e sorelle di quei luoghi. “Ci rifiutiamo di passare oltre. Non solo non vi dimentichiamo, ma ci impegniamo a essere solidali con voi. Vi portiamo nelle nostre preghiere. Piangiamo con voi. Cerchiamo di far sentire il vostro grido in un mondo che ha bisogno di essere scosso mentre si compiace di sé stesso”. “
A coloro che vedono le nostre ferite ma non levano la loro voce. Riconosciamo la vostra paura e sappiamo che la posta in gioco nel levare la voce ora è alta. Temiamo che l’annessione da parte di Israele dei territori palestinesi sia imminente. Ora è il momento di affermare con forza che i palestinesi hanno diritto a vivere nella loro terra, e di unirsi a tutti quelli che nel mondo chiedono uguaglianza, giustizia e pace per i palestinesi come per gli israeliani. Infine, agli ebrei e ai cristiani che sono stati indotti a credere che Dio voglia che Israele annetta la nostra patria, vogliamo dire chiaramente che siete stati fuorviati.
Tutti, palestinesi e israeliani, sono creati a immagine e somiglianza di Dio, uguali in dignità e diritti. Il nostro è un Dio d’amore che aborre la violenza e ama tutti i figli di Dio.
I palestinesi sono il vostro prossimo. Il comandamento inviolabile della parola di Dio che condividiamo è questo: Ama il tuo prossimo come te stesso (Levitico 19,18, Matteo 22,39, Marco 12,31, Luca 10,27, Romani 13,9). Espellere i palestinesi dalla loro patria non è solo un atto di violenza, è un sacrilegio. In prossimità della Pasqua, affermiamo ancora una volta che la luce splende nelle tenebre e le tenebre non la vincono. (Gv 1,4-5”).
Riferendosi all’emergenza in corso a Gaza, il Segretario Generale dell’ONU Antònio Guterres, l’8 aprile scorso ha dichiarato
”Il mondo forse sta esaurendo le parole per descrivere la situazione, ma noi non fuggiremo mai dalla verità. Voglio rivolgere una parola speciale agli eroi umanitari a Gaza. Sono sotto attacco eppure continuano a seguire la loro missione: aiutare le persone.
L’attuale percorso proposto dalle autorità israeliane per la distribuzione degli aiuti è un vicolo cieco, totalmente intollerabile agli occhi del diritto internazionale e della storia.
È tempo di porre fine alla disumanizzazione, proteggere i civili, liberare gli ostaggi, garantire gli aiuti salvavita e rinnovare il cessate il fuoco.”
Luciano Corradini