La nostra Monica ha appena terminato il suo progetto di servizio volontario europeo a Limoges,Francia. Nelle bellissime parole che seguono potete percorrere il suo percorso e trovare la motivazione di intraprendere questa esperienza!

 

 

Sono partita con il desiderio di cambiare, cambiare aria, abitudini, conoscermi, ma soprattutto con la grande speranza di capire quale fosse la strada giusta per me.

Ho visto nello Sve l’opportunità adatta per combinare tutto ciò, in un quadro europeo sicuro, seguito, riconosciuto.

Ho cercato un progetto che rispecchiasse la mia propensione al sociale, ma allo stesso tempo che mi facesse conoscere una nuova realtà.

Non è sempre facile mettersi in gioco a 19 anni, lasciare la propria “zona comfort” fatta di certezze e partire non sapendo cosa ti attende, come affronterai tante piccole situazioni, questa volta da sola.

Ora, dopo dieci mesi, posso dire che la chiave di tutto il percorso è la volontà, la grinta, la determinazione.

Inutile nascondere che molteplici sono stati gli ostacoli iniziali che mi hanno vista dubitare della scelta fatta, ma che non mi hanno fatta arrendere,

Mi ripetevo continuamente che dovevo lasciarmi il tempo di vedere, di scoprire e scoprirmi.

Durante la settimana, lavoravo in una struttura specializzata per ragazzi disabili, con disturbi fisici e mentali molto gravi.

Non mi ero mai occupata prima d’allora di persone in difficoltà e la sofferenza che vedevo in loro mi faceva male.

Questa mia sensazione è durata gran poco, prima di accorgermi che il dolore che percepivo veniva da me, era nella mia testa.

Non sono ragazzi sofferenti, bensì pieni di vita.

Con il passare delle settimane imparavo a conoscerli e affiancata dalla preziosa presenza delle mie colleghe, ad accompagnarli in un percorso educativo personale, oltre che nei piccoli gesti quotidiani.

Grazie alla loro pazienza ho potuto avere il tempo di trovare il mio ruolo all’interno del gruppo degli adolescenti, ed inserirmi in un complesso istituzionale nella sua totalità.

E’ essa una struttura completa dove il benessere del ragazzo è al centro del lavoro di ogni professionista.

Vi sono infatti la figura dello psicologo, della psicomotricista, fisioterapista, assistente sociale, infermiere e medico.

Interessante affiancare ognuno di loro, così come imparare giorno dopo giorno il lavoro dell’ educatore in tutte le sue sfumature.

Ogni lunedì iniziavo con il sorriso la mia settimana, felice di essere lì, felice di stare in mezzo a loro.

Ognuno di quei ragazzi mi ha insegnato qualcosa.

Quando arrivi al lavoro immersa nei tuoi pensieri, magari nervosa per situazioni personali e ti trovi di fronte due occhioni che parlano e un sorriso che ti accoglie, è impossibile rimanerne indifferenti.

Ti rendi conto che ogni problema passa in secondo piano, che la voglia di vivere è troppa per potersi abbattere.

Con un loro sguardo il tuo mondo si ferma.

Le tue convinzioni, le paure, il coraggio di lamentarti anche per sciocchezze, tutto sparisce.

Tutto scompare e lascia spazio alla gioia, quella genuina, fatta di cose vere.

Quella gioia fatta di dettagli importanti e piccole occasioni per cambiare, in meglio.

Qui ho imparato a osservare.

Ho imparato a stupirmi.

Ho imparato a riconoscere una richiesta d’aiuto non verbale.

Ho imparato a gestire gravi crisi di epilessia.

Ho imparato una parte del linguaggio dei segni, ma soprattutto ho imparato a comunicare senza parlare.

Quando entri in contatto con qualcuno che non ha la parola, capisci che dopotutto non è una barriera così insormontabile.

Capisci che quando ci tieni veramente a chi hai di fronte, cerchi prima di tutto il suo benessere, metterlo a proprio agio, lasciare che si esprima, non importa come.

Il come non è rilevante,

La diversità è bella. E’ maturità, profuma di vita.

Ho conosciuto una Monica curiosa, energica,con la voglia di conoscere, sperimentare, buttarsi a fondo in questo progetto che in breve tempo è diventato la mia vita.

La lingua non è mai stata una grande difficoltà, ma è stata anch’essa fonte di grandi soddisfazioni, poiché i progressi fatti sono evidenti.

In breve tempo ho potuto inoltre tessere amicizie oggi preziosissime per me.

Amici che mi hanno aperto le porte di casa accompagnandomi in questa esperienza tutta nuova.

Ho visitato molte città della Francia, approfittando anche dei bei seminari organizzati.

Li considero dei momenti molto utili per il percorso di un volontario, perchè attraverso l’ascolto del servizio di altri, ci si analizza capendo i propri punti di forza e gli aspetti da migliorare.

Ogni momento per stare insieme è d’oro ed è bello fare  gruppo.

Lo Sve è stato per me qualcosa di magico,unico.

Molto più di un’esperienza all’ estero, molto più di dieci mesi lontana da casa.

Grazie allo Sve, oggi riesco ad affermare con convinzione che ho trovato la mia strada.

Posso affermare di voler fare l’educatrice e di iniziare a studiare per arrivare a ciò.

Mi manca già tutto di Limoges.

Le persone che ho incontrato mi hanno riempito il cuore e saranno sempre nei miei pensieri.

Monica

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