L’Istituto Tassara Ghislandi di Breno, continua le mobilità all’estero e le esperienze di job shadowing per docenti e personale scolastico grazie al programma Erasmus+ .
In particolare condividiamo alcuni spunti di riflessione tratti dall’esperienza di job shadowing effettuata dall’8 al 12 aprile 2025 in un liceo svedese di Stoccolma, il P A Fogelströms gymnasium. L’iniziativa ha coinvolto quattro componenti dell’Istituto Tassara Ghislandi di Breno: la dirigente scolastica e tre insegnanti, rispettivamente di inglese, economia aziendale e fisica. L’attività, rientrante nel piano Erasmus+ del corrente anno scolastico, è stata rivolta a docenti interni con una conoscenza della lingua inglese di livello almeno B2 e inseriti nei corsi linguistici o di metodologia CLIL finanziati dal DM 65/2023.
Il primo giorno i quattro ospiti sono stati accolti dal capo d’istituto, il quale, accennando alla breve storia del liceo, istituito nel 2017 all’interno di un edificio del 1915, ha evidenziato come si sia sentito privilegiato ad aver avuto parte attiva nella ristrutturazione della sede. Il suo diretto coinvolgimento nei lavori ha dato un’impronta precisa alla scuola che, seppur inserita in un edificio storico, si caratterizza per aule molto luminose e laboratori moderni. Ma è forse nell’ambiente polivalente, denominato riduttivamente biblioteca, che l’apporto dell’uomo di scuola, si è rivelato più incisivo e prezioso: qui la luce è nuovamente protagonista e gli spazi, funzionalmente arredati e attrezzati, sono ripartiti così da favorire riunioni di gruppo, studio individuale, ricerca, o più semplicemente svago attraverso lettura o partite a scacchi, visto che il locale è aperto agli studenti fino alle 19.00.
La partecipazione alle lezioni delle diverse discipline ha permesso di percepire i tratti che caratterizzano il processo di insegnamento/apprendimento dell’istituto ospitante. Scandita in due blocchi della durata di tre ore ognuno, la giornata propone solo due insegnamenti. Tale organizzazione consente una focalizzazione sulla materia – particolarmente utile nel caso vi siano esperienze laboratoriali – ed evita che lo studente sia tenuto a prepararsi quotidianamente in molteplici discipline. Ogni ora il docente decide il momento della pausa che può variare tra i 10 e i 15 minuti: la campanella non ha ragione di esistere, poiché le uscite e i rientri in aula avvengono in autonomia e in perfetto ordine.
Dal punto di vista didattico-metodologico le lezioni osservate sono apparse solidamente strutturate, con ampio ricorso a tecniche di scaffolding, tese a coinvolgere gli allievi e a renderli operativi, nel rispetto dei loro tempi attentivi. Lo sviluppo della dialettica, del pensiero critico e dell’autonomia di giudizio costituisce il fulcro del lavoro dei docenti, i quali, al di là delle differenze personali e delle singole discipline, trovano in tali finalità il comune denominatore alla base dell’identità profonda della scuola. In sintesi per i quattro partecipanti italiani l’esperienza è risultata molto appagante e di grande ispirazione, sicuramente da consigliare come misura di sviluppo professionale del personale dirigente e docente.

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